Il caso "Nord Kosovo" non solo non è stato mai affrontato seriamente, ma oggi, dopo oltre un decennio, si è trasformato in metastasi.
Torna a salire la tenzione nel nord del Kosovo lungo le frontiere 1 e 31, le principali vie di accesso per i cittadini e i prodotti serbi verso l'ex provincia della Serbia. Il motivo anche questa volta è politico ed economico allo stesso tempo. L’incidente sembra essere stato innescato da una disputa sugli scambi commerciali che avvengono lungo il confine. Dalla fine della guerra il Kosovo non ha mai potuto esportare i propri prodotti in Serbia per via di quel "Republika e Kosovës" contenuta sulle merci (la stessa cosa vale per i timbri sui passaporti che bloccano intere famiglie lungo questi confini). Al contrario, però, la Serbia ha sempre esportato grosse quantità di prodotti attraverso il confine kosovaro. Il flusso commerciale si è interrotto lo scorso 20 luglio quando il governo del Kosovo ha vietato l'ingresso dei prodotti provenienti dalla Serbia. Il mercato del Kosovo è fondamentale per la Serbia perché assorbe una fetta importante delle sue esportazioni. Il contrario non si può dire in quanto il Kosovo riesce a fare a meno dei prodotti serbi. Se questo blocco -lungo i confini mai riconosciuti dalla Serbia- è stato il primo serio stop delle merci serbe dal giorno dell'indipendenza del Kosovo, e rappresenta un enorme shock per la Serbia che oggi ha preso coscienza di quanto sia dipendente dalla sue ex provincia, le tensioni, invece, in questa striscia di terra risalgono all'immediato dopoguerra. Proteste, scontri, spari, lancio di granate, gas lacrimogeni, feriti e qualche morto. Il copione è sempre lo stesso. I protagonisti anche. Unmik e i suoi fratelli, che a mio modo di vedere hanno creato il caso "Nord Kosovo", recitano sempre lo stesso ruolo: quello di Fantozzi nel ruolo del finto pompiere. Dal dopoguerra Fantozzi ha diviso la città di Mitrovica letteralmente in due per poterla "gestire meglio", ha consentito il proliferare delle istituzioni parallele serbe, chiuso gli occhi sui traffici e il contrabbando nel nord, permesso ai cittadini serbi di violare la legge sotto i propri occhi. Rideva e si burlava quando sul ponte di Mitrovica vedeva i cittadini serbi cambiare le targhe alle macchine. Fantozzi ha cercato di non scontentare mai nessuno, ma tutte le volte che è scoppiato l'incendio, invece di prendere la pompa dell'acqua prendeva la biro e vestiva i panni del finto diplomatico. Anche questa volta, ovviamente.
L'ultima letterina di Fantozzi il diplomatico:
UNMIK concerned about the ongoing situation in northern Kosovo
PRISTINA - Robert Sorenson, UNMIK Officer in Charge, expresses his deep concern for the ongoing situation in northern Kosovo and calls upon all parties to refrain from any action which could further exacerbate the situation. UNMIK strongly condemns the violence and believes that dialogue based upon mutual respect is the way forward for resolving issues. “UNMIK stands ready to assist in efforts to calm the situation. We call upon all parties to work with EULEX and KFOR to restore order and resolve issues through discussion and mutual understandings”, Mr. Sorenson said.