La Corte Internazionale di Giustizia ha espresso il suo parere. Tutto avrebbe dovuto filare liscio e senza equivoci, ma prontamente è riemersa l'eterna divisione tra coloro che sostengono la causa di Pristina e quanti sono vicini al pensiero di Belgrado. Se si prova ad usare la logica, si potrebbe facilmente capire come il problema in merito al parere del CIG risulti quantomeno superfluo. La domanda posta dal governo serbo è stata chiarissima: "La dichiarazione di indipendenza del Kosovo è in armonia con il diritto internazionale?". Altrettanto chiara è stata la risposta dei giudici che compongono la Corte Internazionale di Giustizia (CIG): "La dichiarazione di indipendenza del Kosovo è legittima in quanto il diritto internazionale – hanno affermato - non vieta le dichiarazioni di indipendenza”.
Sono certo che se Belgrado avesse chiesto alla Corte:"La provincia del Kosovo ha il diritto a secedere dalla Serbia e a diventare stato indipendente?", il CIG non si sarebbe di certo sottratto a fornire una risposta e ad argomentare in merito al quesito postole. Non è stato chiesto loro di esprimersi sulle conseguenze giuridiche della dichiarazione d'indipendenza, e non l'hanno fatto. Mi rendo conto che rispondere ad una domanda del genere avrebbe creato molte più complicanze, non soltanto alla Corte, ma anche alle potenze occidentali. La questione comunque è soltanto rimandata.
Non credo che i giudici siano stati secchioni e puntigliosi o che avrebbero dovuto "liberamente" interpretare la filosofia della Serbia sul Kosovo. Penso invece, guardandola dalla prospettiva serba, che la domanda alla Corte fosse mal posta.